Luca Panichelli, un ragazzo con i piedi per terra.

Credo che la Tuscia debba creare una sinergia tra le persone che la amano, cosi’ ho deciso di pubblicare a modo mio, articoli che parlano di persone che vale la pena conoscere .Circa 1 anno fa’ , ebbi la fortuna di conoscere Luca Panichelli. Apprezzai subito il suo grandissimo  lavoro, anche lui come Salvatore Fosci si e’ dedicato a riportare alla luce i sentieri sommersi dalla vegetazione. Il suo nobile intento e’ quello di valorizzare i tesori nascosti dell’Agro Falisco  cercando di riportare il suo territorio all’ antico splendore . Quando ci sentimmo per telefono ricordo che mi disse” Ci sono tantissime persone a Civita Castellana, che sono  senza  lavoro  . Credo che per far tornare al suo splendore questo territorio, sia assolutamente necessario effettuare una sua valorizzazione attraverso la riscoperta di luoghi antichi, magici, dove la storia si intreccia alla natura.”  Il suo pensiero era il mio, non potevo non rimanere affascinato dal suo modo di vedere le cose. La cosa che piu’ di tutto mi sorprese fu’ aver trovato un ragazzo da poco trentenne, gia’ con le idee chiare e con un grande sogno da realizzare. Luca e’ un esempio per i ragazzi della nostra amata Tuscia e non solo, senza piangersi addosso, si e’ rimboccato le maniche ed ha cominciato a pulire sentieri.  Luca Panichelli e’  laureato in Lettere Moderne con indirizzo in Arte, Cultura e Turismo del Territorio. Una sua citazione che amo in modo particolare e’  “La vera terra barbara non è quella che non ha mai conosciuto l’arte, ma quella che pur essendo disseminata di ogni ricchezza non riesce a valorizzarla”, questa frase bellissima di Proust, racchiude a pieno il sentimento di Luca,  e’ possibile vedere il suo lavoro su  .www.tesorinascostiagrofalisco.wordpress.com.   oppure infondo a mio sito.

“PIRAMIDE ETRUSCA” SOMMERSA DA FITONCIDI E MONOTERPENI.

Trascorrere un po’ di tempo in foreste, boschi, luoghi naturali e’ diventata  una pratica terapeutica in molti paesi dell’estremo Oriente. Questa attivita’  e’ conosciuta con il nome di “ Forest Bathing”  altri la chiamano “ bagno doccia foresta.”

A breve in questo articolo parlero’ dei benefici di trovarsi nel bosco usando parole conosciute solo da chi e’ del mestiere o appassionati, ma questo a noi del Team “piramide etrusca” non importa che voi non li conoscete, a noi importa sapere che il nostro “bagno doccia foresta”  ci fa stare bene e viene  fatto nel rispetto dei luoghi, il resto non conta, sono pero’ doverosi alcuni ringraziamenti.

Per primo ringraziamo i monoterpeni, sostanze che alcuni alberi come , quercia, faggio, castagno, producono,ed  attraverso le loro foglie rilasciano queste sostanze aromatiche provocando azioni benefiche alla salute dell’uomo,

ringraziamo poi  i fitoncidi, oli essenziali presenti nel legno e che gli alberi rilasciano sotto forma volatile per difendersi dai parassiti e di cui soprattutto le faggete ne sono estremamente ricche.

Ringraziamo le cellule “natural killer” , che ci aiutano a proteggerci dai virus e dal cancro e mostravano livelli di attività più elevate per chi  praticata il “forest bathing” oppure come lo chiamano in oriente “Shinrin-yoku “ , queste cellule aumentavano all’aumentare del tempo passato nei boschi. Il Team “piramide etrusca” si e’ sempre limitata a fare passeggiate sapendo  che stare immersi nella natura fa stare bene, sia  il corpo che la mente,le nostre passeggiate  alleviano la depressione, migliorano  la creatività,( aumentano l’appetito ed il buon umore).A questo punto i ringraziamenti vanno alle persone che hanno scelto noi per fare  “forest bathing” detto “ Shinrin-yoku”.

Noi del Team “piramide etrusca” grazie  ai monoterpeni  ed i fitoncidi, abbiamo avuto bellissime recensioni.

Bisogna essere sinceri,grazie ai  “natural Killer” noi del Team ,abbiamo aumentato  il sistema immunitario nei confronti del cancro,dei  virus e delle malelingue, ora il Team “piramide etrusca” e’ molto piu’ tollerante nei confronti di tutti sapendo di essere “ Liberi di camminare con chi vuole farlo con noi”. Noi non siamo dottori ma affermiamo con certezza che passare del tempo libero,  camminando immersi nella natura ti fa sentire libero !!!  grazie a tutti per le bellissime passeggiate fatte  insieme

GRAZIE GRAZIE

roberto re

Salvatore Fosci, il Vulcano nascosto.

 

 

LA BANDIERA DELLA GUERRA TURCA VIENE INCISA SULL’ALA DEL DRAGO, MA PER QUALE MOTIVO ORSINI FA SCOLPIRE QUELLE 6 MEZZELUNE!?!?

 

sulla base della sfinge all’ingresso del Boschetto noteremo incisa una frase

Tu ch’entri qua pon mente / parte a parte / et dimmi poi se tante / meraviglie / sien fatte per inganno / o pur per arte.
Ingannare nell’arte e’ proprio questo che Orsini crea nel suo boschetto , non pùò raccontare la sua verità liberamente , 

OGNI STATUA RACCONTA UN INGANNO

E’ il periodo della controriforma, ogni eccesso di libertà di espressione viene punita , e in questo caso il boschetto di Vicino Orsini non viene visto di buon occhio dalla chiesa di potere , 

                                

anche se Orsini e’ protetto da Alessandro Farnese e il cardinal Madruzzo, il suo uscire già giovane dall’ambiente militare, lo penalizzerà con il rapporto di altri nobili militari , le voci di un Orsini quasi stregone lo costringerà ad isolarsi nel suo boschetto, e negli ultimi anni della sua vita perderà tante sue amicizie , ma anche un figlio nella battaglia di Lepanto,solo scrivendo al suo caro amico Druet oggi possiamo formulare ipotesi sulla realizzazione del parco, cercare tra quelle lettere criptate una frase che rafforza la nostra storia su questo personaggio enigmatico. Ma qual’ e’ stata la motivazione del parco che cadrà nell’oblio per tanti secoli dopo la morte di Orsini?

Gli altri giardini come quello di villa Lante ideato dall’inquisitore cardinale Gambara proseguirà nei secoli ad avere rispetto,un classico giardino del 500 che rispetta i canoni della chiesa , il boschetto invece diverrà un luogo da dimenticare quasi eretico . grossi scogli irregolari la famiglia borghese scriveva negli atti notarili quando possedevano quelle terre , quei mostri impedivano la coltivazione .ma perche sono dovuti passare quasi 500 anni perche il Parco ritornasse alla ribalta .

 “VULCANO NASCOSTO” il racconto di Salvatore Fosci  e’ curato del professore Sigfrido Hobel. 
Il prof. ha insegnato materie artistiche nei Licei Scientifici ,
le sue ricerche e studi , le possiamo leggere in diversi testi dedicati alle discipline artistiche, come “Il Dio del Silenzio” o “Il Fiume Segreto”.Si è dedicato allo studio delle tradizioni iniziatiche e delle dottrine esoteriche, interessandosi, in particolare, ai linguaggi simbolici e alla loro presenza nei miti, nella letteratura,
nell’arte e nell’iconografia tradizionale, ma anche alle testimonianze artistiche e culturali presenti a nell’Italia Meridionale.
E’ autore di rilievo della tradizione esoterica napoletana.

Vulcano nascosto. Una interpretazione alternativa del Bosco Sacro di Bomarzo  Stamperia del Valentino

 

Roberto Re

“La piramide etrusca è la mia storia, la mia vita…” Salvatore Fosci per TusciaWeb

Fonte: TusciaWeb

“Io non posso fare a meno di venire qui – racconta -. E’ il mio passato, la mia appartenenza. Ogni volta che passo per questo bosco è come se ricalcassi le orme dei miei genitori, dei miei nonni e mi sento vivo”.

Salvatore è quell’uomo che provvisto di voglia di fare e cesoie nel 2008 ha iniziato a tagliare via la fitta vegetazione che copriva la piramide etrusca.

“Ho iniziato con la piramide – prosegue – anche se non sapevo di cosa si trattasse all’inizio. Ne avevo solo sentito parlare da alcuni turisti e letto qualcosa sui libri. Chiesi un po’ in giro di cosa si trattasse e a svelarmi il mistero fu mio padre. Per noi di Bomarzo quell’ammasso di rovi intricati non era la piramide, anche perché era davvero difficile distinguere una costruzione, ma il sasso con le scale. Tutti in paese lo chiamavano in questo modo”.

Fosci inizia a lavorare a febbraio 2008 con l’inverno, quando la vegetazione è meno fitta. “Ero mosso – dice –  solo dalla passione per questi posti dove i miei nonni hanno vissuto e lavorato, dove facevano la legna per l’inverno o portavano a pascolare le greggi. Improvvisamente ho deciso che in quel modo, coperti da fitta vegetazione, non potevano restare. Volevo farli vivere ancora, volevo far tornare a respirare il passato, il mio passato”.

Salvatore Fosci torna con la mente a sei anni fa. Quando tutti ha avuto inizio. “Ricordo tanta fatica e sudore, ma anche tanta soddisfazione quando dopo più di mese la piramide, che prima era sotto un fitto intrico di radici e fogliame, ha iniziato a svelarsi.

E’ stata una riscoperta – dice ancora – che però non mi ha fermato. Ho continuato e continuo tutt’ora a lavorarci e appena posso torno qui con le forbici per mantenere intatto questo luogo e i sentieri per arrivarci. Sono diventato uno studioso e un appassionato, tanto che ho trovato anche altre cose. Voglio sottolineare che io non apro altri sentieri ma cerco quelli originali”.

Fosci infatti non ha ripulito solo la piramide ma anche i sentieri della zona, che conducono alla piramide etrusca e al cimitero di Santa Cecilia, recuperando luoghi che sarebbero andati persi senza il suo intervento. Tanto che anche i Beni culturali hanno apprezzato il suo lavoro. “Io li avverto sempre – continua – quando inizio a tagliare e loro apprezzano. Lo faccio perché sento il bisogno di ripulire e far rivivere la nostra storia”.

Salvatore Fosci in questa sua passione e missione non è solo. Con lui c’è anche Abbondio, suo padre. “Mi aiuta, mi consiglia e mi dà indicazioni. Spesso solo al telefono perché non sempre riesce a venire fin qui. Lui però si ricorda come erano questi luoghi 50 o 60 anni fa e allora mi dice come fare. Il segreto sta tutto nel nostro passato, non servono i libri o i misteri, dobbiamo tornare ad ascoltare gli anziani, loro hanno le chiavi per capire. Siamo troppo impegnati per fermarci ad ascoltare, ma così facendo perdiamo indicazioni importanti. Come quelle sulla pietre, che mi hanno aiutato a capire meglio la piramide. Mio padre Abbondio – spiega – era un cavatore e conosce bene questo materiale. E grazie ai suoi consigli ho capito che la struttura della piramide etrusca è stratificata, nel senso che è stata realizzata in più tempi. Si notano lavorazioni diverse che partono dagli etruschi per arrivare fino al medioevo. E queste cose le ho capite guardano il sasso, le scale e quegli scoli che ci sono. Che probabilmente servivano per i sacrifici animali. La loro, secondo me, era una religiosità mista all’utilità. Qui viveva gente semplice e i riti erano dettati dalla necessità di mangiare più che dalla religione”.

La grande passione di Salvatore però fa a pugni con l’indifferenza generale. “Che io ricordi solo durante l’amministrazione di Stefano Bonori sono state organizzate giornate per ripulire questo posto – dice infine – e così non va. Visto il crescente interesse verso tutto il sito e la piramide etrusca in particolare sarebbe bene che le istituzioni prestassero maggiore attenzione. Sia dal punto di vista delle sicurezza che del mantenimento del luogo. Io ci tengo e dico queste cose senza alcuna polemica”.

“La piramide etrusca è la mia storia, la mia vita…”