Riporto di seguito alcuni studi di archeoastronomia, che prendono in considerazione, Il profilo particolarissimo della cosi’ detta “Piramide etrusca”, senza escludere la lavorazione del manufatto, il tutto per dare delle risposte il piu’ possibile reali. Gli studi fatti dal Prof. Adriano Gaspani autorevole astrofisico, membro dello staff dell’ Osservatorio Astronomico di Brera,nonché membro della Società Italiana di Archeoastronomia, per quanto mi riguarda non sono di facile intuizione, in questo articolo cerchero’ di interpretare i suoi studi. Egli afferma che “il grande masso di peperino, sia caduto, con molta probabilità, in un’epoca molto remota da una rupe, venne in seguito modellato e intagliato e divenne quella struttura di tipo monumentale che noi conosciamo, ricavato in età protostorica da un grande monolito preesistente.” L’archeoastronomia combina gli studi astronomici con quelli archeologici. Questo serve per capire le conoscenze possedute dagli antichi popoli, dei fenomeni celesti per capire come li interpretavano e li utilizzavano all’interno delle loro culture, ma soprattutto riguardo le loro costruzioni sacre. L’archeoastronomia, ci permette di dare nuove risposte riguardo la configurazione astrale per datare la nascita della Piramide etrusca. Questi studi non escludono il fatto che gli artefici della piramide, nel modellarla e orientarla, abbiano voluto create una connessione con la sfera celeste. Cosa risaputa e’ che gli uomini antichi, nel costruire, ricercavano una corrispondenza con il moto degli astri, in sintonia con la propria cultura.Dalle rilevazioni effettuate dal Prof. Adriano Gaspani sembrerebbe che la Piramide etrusca presenti un legame con due corpi celesti. Studi svolti dal Prof. ci dicono che il profilo della piramide corrisponde ad un semiparallelepipedo la cui sezione longitudinale è un triangolo rettangolo con gli angoli interni di 30°,60° e 90° ,il lato corrispondente alle scalinate, è inclinato di 30° rispetto al piano di calpestio e questo angolo corrisponde anche all’altezza angolare apparente del punto della sfera celeste. Non tutti gli astri, però, compresi in questo intervallo di declinazione, possono essere stati quelli scelti dai creatori della Piramide. Gli astri di riferimento dovevano essere sufficientemente luminosi, si parla di stelle di prima magnitudine.Solamente due stelle soddisfano i requisiti imposti dalla geometria e dall’orientamento del manufatto: Sirio, nella costellazione del Cane Maggiore e Antares nello Scorpione. Queste due stelle , quindi, dovevano rivestire un significato ben preciso per la cultura di quel popolo, da qui e’ partito il professore per sviluppare i suoi calcoli e dare una datazione. Tenendo conto di quanto ottenuto dall’analisi archeoastronomica, si afferma con un livello di affidabilità del 67% che la collocazione cronologica della “piramide etrusca ” risalga grosso modo alla fase finale della cultura Villanoviana. Gaspani deduce che: “ dall’analisi archeoastronomica del manufatto di Bomarzo, il periodo della sua costruzione sia riconducibile al IX secolo a.C. con un errore di ±191 anni. ” Dell’Astronomia dei Villanoviani praticamente non vi sono studi rilevanti, quindi è molto difficile avanzare qualsiasi ipotesi in proposito. Quello che appare è che le stelle Antares e quella di Sirio dovevano essere state importanti per tale cultura se furono utilizzate come riferimento astronomico per modellare la “piramide etrusca”. Per altri approfondimenti riguardo gli studi svolti https://www.duepassinelmistero2.com/studi-e-ricerche/archeoastronomia/la-piramide-di-bomarzo/
P.S.
Il bosco nasconde altre scoperte e si stanno aprendo nuovi percorsi interessantissimi. Appena i percorsi saranno aperti al pubblico ne daremo notizia così, oltre alla già conosciuta piramide etrusca, il bosco di Bomarzo offrirà ai visitatori altre testimonianze del passato”( anche le foto all’interno dell’articolo sono di https://www.duepassinelmistero2.com/studi-e-ricerche/archeoastronomia/la-piramide-di-bomarzo/).