LA PIRAMIDE ETRUSCA, STUDI DI ARCHEOASTRONOMIA.

      Riporto di seguito alcuni studi di archeoastronomia, che prendono in considerazione, Il profilo particolarissimo della cosi’ detta “Piramide etrusca”, senza escludere  la  lavorazione del manufatto, il tutto per  dare delle risposte il piu’ possibile reali. Gli studi fatti dal Prof.  Adriano Gaspani autorevole astrofisico, membro dello staff dell’ Osservatorio Astronomico di Brera,nonché membro della Società Italiana di Archeoastronomia, per quanto mi riguarda non sono di facile intuizione, in questo articolo cerchero’ di interpretare i suoi studi. Egli  afferma che “il grande masso di peperino, sia caduto, con molta probabilità, in un’epoca molto remota da una rupe, venne  in seguito modellato e intagliato e divenne quella struttura di tipo monumentale che noi conosciamo, ricavato in età protostorica da un grande monolito preesistente.”  L’archeoastronomia combina gli studi astronomici con quelli archeologici. Questo serve per capire le conoscenze possedute dagli antichi popoli, dei  fenomeni celesti per capire come li interpretavano e li  utilizzavano all’interno delle loro culture, ma soprattutto riguardo le loro costruzioni sacre.  L’archeoastronomia,  ci permette di dare nuove risposte riguardo  la configurazione astrale per datare la nascita della Piramide etrusca.  Questi studi non escludono il fatto che gli artefici della piramide, nel modellarla e orientarla, abbiano voluto create una connessione con la sfera celeste. Cosa risaputa e’ che gli uomini antichi, nel costruire, ricercavano una corrispondenza con il moto degli astri, in sintonia con la propria cultura.Dalle rilevazioni effettuate dal Prof. Adriano Gaspani sembrerebbe che la Piramide etrusca presenti un legame con due corpi celesti. Studi svolti dal Prof. ci dicono che il profilo della piramide corrisponde ad un semiparallelepipedo la cui sezione longitudinale è un triangolo rettangolo   con gli angoli interni di 30°,60° e 90° ,il lato corrispondente alle scalinate, è inclinato di 30° rispetto al piano di calpestio e questo angolo corrisponde anche all’altezza angolare apparente del punto della sfera celeste.                                                                                             Non tutti gli astri, però, compresi in questo intervallo di declinazione, possono essere stati quelli scelti dai creatori della Piramide. Gli astri di riferimento dovevano essere sufficientemente luminosi, si parla di stelle di prima magnitudine.Solamente due stelle soddisfano i requisiti imposti dalla geometria e dall’orientamento del manufatto: Sirio, nella costellazione del Cane Maggiore e Antares nello Scorpione. Queste due stelle , quindi, dovevano  rivestire un significato ben preciso per la cultura di quel popolo, da qui e’ partito  il professore per sviluppare  i suoi calcoli e  dare una datazione. Tenendo conto di quanto ottenuto dall’analisi archeoastronomica, si afferma  con un livello di affidabilità del 67% che la collocazione cronologica della “piramide etrusca ” risalga grosso modo alla fase finale della cultura Villanoviana.  Gaspani deduce che: “ dall’analisi archeoastronomica del manufatto di Bomarzo, il periodo della sua costruzione sia  riconducibile al IX secolo a.C. con un errore di ±191 anni. ” Dell’Astronomia dei Villanoviani praticamente non vi sono studi rilevanti, quindi è molto difficile avanzare qualsiasi ipotesi in proposito. Quello che appare è che le stelle Antares e quella di  Sirio dovevano essere state importanti per tale cultura se furono utilizzate come riferimento  astronomico per modellare la “piramide etrusca”. Per altri approfondimenti riguardo gli studi svolti   https://www.duepassinelmistero2.com/studi-e-ricerche/archeoastronomia/la-piramide-di-bomarzo/

P.S.

Il bosco nasconde altre scoperte e si stanno aprendo nuovi percorsi interessantissimi. Appena i percorsi saranno aperti al pubblico ne daremo notizia così, oltre alla già conosciuta piramide etrusca, il bosco di Bomarzo offrirà ai visitatori altre testimonianze del passato”( anche le foto all’interno dell’articolo sono di    https://www.duepassinelmistero2.com/studi-e-ricerche/archeoastronomia/la-piramide-di-bomarzo/).

 

roberto re

COLLETTIVO OXFORD, OLTRE IL TEMPO,LO SPAZIO ED IL COLORE

Alla luce delle ultime scoperte della fisica, l’uomo, si pone davanti alla porta di un abisso di nuove conoscenze, che mediaticamente impegnano tutti i settori dello scibile e dove,  l’arte, deve giocare un ruolo principale, sia nella fase di ricerca, che nella divulgazione.
Il “Collettivo Oxford” si propone come un vero e proprio movimento artistico, un  laboratorio di ricerca, in grado di andare oltre  il Tempo, lo Spazio ed il Colore.  Le continue ricerche di  MAURO  SILANI (Promotore culturale e curatore del “Collettivo Oxford”) l’hanno portato cosi’ alla piramide-etrusca, e’ cosi’ che ci siamo conosciuti. Accettai poco dopo’ il suo invito a visitare la  mostra dal titolo “ARCAICO E PRESENTE” . La mia personale ricerca artistica e culturale hanno trovato cosi’ le risposte che cercavo. Davanti a me piu’ di 50 opere  realizzate da pittori, scultori,  fotografi, maestri artigiani e gli operatori dei Fab Lab,  il Collettivo era costituito anche da; letterati, filosofi, scrittori, poeti, accademici, scienziati,  attori, video-artisti, architetti, grafici. Nacque cosi l’evento di Sutri,                                                   dove tra sculture e quadri, abbiamo presentato  il libro di Salvatore Fosci  “Vulcano nascosto”  mentre nel pomeriggio abbiamo visitato l’enigmatica Piramide-etrusca . L’entusiasmo e la cultura di Mauro Silano  sono travolgenti, facile trovare interessi comuni, altrettanto facile e’ partecipare attivamente ad i suoi eventi, sia io che Salvatore Fosci condividiamo  a pieno lo spirito  che spinge gli artisti del Collettivo Oxford   nel continuare nelle loro opere, che siano un punto di riferimento a chi come me ne viene ammaliato. Buona lavoro Mauro Silani.

a presto Roberto Re

STAY IN TUSCIA, STAY IN HISTORY!!

                                                                                                                                                                                   La città di Viterbo, rispetto ad un anno fa, registra circa un 20% in piu’ di turisti che scelgono  B&B e casa vacanza. Questo risultato mi inorgoglisce e mi fa credere che il mondo si sta accorgendo di noi.

Ma cosa cercano i turisti? Questa e’ la domanda che ci dobbiamo fare. Questa e’ la domanda che l’associazione Stay in Tuscia sta dando risposte. 

Un città moderna e funzionale deve  avere strutture che soddisfano le più diverse esigenze.       

 Nasce cosi l’associazione Stay in Tuscia .                                           

Circa 20 strutture extra-alberghiere, che collaborano tra loro per offrire il miglior servizio possibile, una ampia scelta, per consentire di trascorrere piacevoli giornate di vacanza,ma sopratutto per far innamorare i turisti del territorio Viterbese.

Mi capita sempre piu’ spesso,che persone da me accompagnate alla piramide etrusca dopo una settimana o 15 giorni, vogliano ritornare a vederla, vogliono conoscere altri luoghi unici che la Tuscia offre, sono persone che vengono da lontano,sono i turisti che non conoscevano il territorio ed una volta averlo scoperto non ne possono piu’ fare a meno.

Come fu per Fabrizio De Andrè,che amava la tranquillità dei boschi sorianesi,  aveva preso l’ abitudine di trascorrere almeno una volta l’anno le vacanze nel Viterbese.

Invece Pier Paolo Pasolini, elesse un antico castello, con una torre,la sua seconda casa,si trova  non lontano dalla piramide etrusca, dove e’ possibile vederla dalle passeggiate che propongo, conosciuta come la torre di Chia.

Impossibile non ricordare Luigi Pirandello, l’inspirazione trasmessa della Tuscia,  lo portarono a scrivere poesie ed a  esprimere il suo amore per Soriano anche con la pittura.

Anche io conosciuto su facebook come Roberto Re  ( molto meno noto dei precedenti) sono nato a Roma,ed ho conosciuto la Tuscia, grazie a mia moglie di Bomarzo, ormai non ne posso piu’ fare a meno di amarla e viverla come uno di loro. 

Ora nasce una seconda domanda” Di cosa si innamorano i turisti che visitano la Tuscia?” 

Per prima cosa si innamorano dell’atmosfera familiare,caratterizzata da professionalità e qualità, che l’associazione  https://www.stayintuscia.com/  offre, permettendogli  un soggiorno unico,  alla scoperta delle  tradizioni e della sua storia.   

Per questo bisogna amare, rispettare e conservare il territorio della Tuscia, le ricchezza naturali,paesaggistiche,artistiche e culturali sono uniche. 

Per quanto mi riguarda, i prodotti tipici ed i suoi itinerari enogastronomici, sono le cose che preferisco dopo aver fatto una bella passeggiata, naturalmente nella zona della Piramide etrusca.                                                                                                           

Roberto Re

LA VIA SACRA ETRUSCA- PASSA ANCHE PER BOMARZO

Via “Sacra” Etrusca.
Stiamo parlando di un  percorso di circa 70 km .  Grazie al prof. Gianfranco Bracci, Diego Vichi dell’università di Siena e  la guida  Sandro Frascarelli di Monteriggioni,    un percorso  escursionista che  da Volterra arriva  Sovicille, attraversando le principali evidenze etrusche,una strada che portava dalla città Etrusca Volterra, verso l’odierna Toscana Meridionale ed il Lazio.
Forse servivano loro per accendere l’entusiasmo, sono diversi i Comuni che stanno collaborando e vogliono essere protagonisti della via “Sacra” Etrusca. I  camminatori, si stanno mobilitando, vogliono essere parte di un sogno.
Da una loro intervista affermano”Ci riteniamo soddisfatti sia per la reazione positiva degli iscritti, provenienti da diverse regioni  d’ Italia, sia per la diffusione ed il successo e l’importanza che questo percorso sta assumendo  per le comunità locali  e per il flusso di turismo lento“.
L’obiettivo rimane quello di rendere fruibile i percorsi, di organizzare a stretto giro sempre più numerosi eventi e trekking, coinvolgendo tutti i tipi di turismo lento e in MTB,  allungare il percorso verso Monteroni d’Arbia, Murlo, Asciano, Sarteano, Chiusi per arrivare ad Orvieto,  Bolsena e Bomarzo.
Sono sicuro che la Tuscia sara’ protagonista per rendere ancora più  affascinante questo itinerario gia’ ricco di storia e cultura, con i camminatori protagonisti e al centro della  storia, consci delle antiche radici comuni, potremo sentirci tutti Etruschi.

Luca Panichelli, un ragazzo con i piedi per terra.

Credo che la Tuscia debba creare una sinergia tra le persone che la amano, cosi’ ho deciso di pubblicare a modo mio, articoli che parlano di persone che vale la pena conoscere .Circa 1 anno fa’ , ebbi la fortuna di conoscere Luca Panichelli. Apprezzai subito il suo grandissimo  lavoro, anche lui come Salvatore Fosci si e’ dedicato a riportare alla luce i sentieri sommersi dalla vegetazione. Il suo nobile intento e’ quello di valorizzare i tesori nascosti dell’Agro Falisco  cercando di riportare il suo territorio all’ antico splendore . Quando ci sentimmo per telefono ricordo che mi disse” Ci sono tantissime persone a Civita Castellana, che sono  senza  lavoro  . Credo che per far tornare al suo splendore questo territorio, sia assolutamente necessario effettuare una sua valorizzazione attraverso la riscoperta di luoghi antichi, magici, dove la storia si intreccia alla natura.”  Il suo pensiero era il mio, non potevo non rimanere affascinato dal suo modo di vedere le cose. La cosa che piu’ di tutto mi sorprese fu’ aver trovato un ragazzo da poco trentenne, gia’ con le idee chiare e con un grande sogno da realizzare. Luca e’ un esempio per i ragazzi della nostra amata Tuscia e non solo, senza piangersi addosso, si e’ rimboccato le maniche ed ha cominciato a pulire sentieri.  Luca Panichelli e’  laureato in Lettere Moderne con indirizzo in Arte, Cultura e Turismo del Territorio. Una sua citazione che amo in modo particolare e’  “La vera terra barbara non è quella che non ha mai conosciuto l’arte, ma quella che pur essendo disseminata di ogni ricchezza non riesce a valorizzarla”, questa frase bellissima di Proust, racchiude a pieno il sentimento di Luca,  e’ possibile vedere il suo lavoro su  .www.tesorinascostiagrofalisco.wordpress.com.   oppure infondo a mio sito.

“PIRAMIDE ETRUSCA” SOMMERSA DA FITONCIDI E MONOTERPENI.

Trascorrere un po’ di tempo in foreste, boschi, luoghi naturali e’ diventata  una pratica terapeutica in molti paesi dell’estremo Oriente. Questa attivita’  e’ conosciuta con il nome di “ Forest Bathing”  altri la chiamano “ bagno doccia foresta.”

A breve in questo articolo parlero’ dei benefici di trovarsi nel bosco usando parole conosciute solo da chi e’ del mestiere o appassionati, ma questo a noi del Team “piramide etrusca” non importa che voi non li conoscete, a noi importa sapere che il nostro “bagno doccia foresta”  ci fa stare bene e viene  fatto nel rispetto dei luoghi, il resto non conta, sono pero’ doverosi alcuni ringraziamenti.

Per primo ringraziamo i monoterpeni, sostanze che alcuni alberi come , quercia, faggio, castagno, producono,ed  attraverso le loro foglie rilasciano queste sostanze aromatiche provocando azioni benefiche alla salute dell’uomo,

ringraziamo poi  i fitoncidi, oli essenziali presenti nel legno e che gli alberi rilasciano sotto forma volatile per difendersi dai parassiti e di cui soprattutto le faggete ne sono estremamente ricche.

Ringraziamo le cellule “natural killer” , che ci aiutano a proteggerci dai virus e dal cancro e mostravano livelli di attività più elevate per chi  praticata il “forest bathing” oppure come lo chiamano in oriente “Shinrin-yoku “ , queste cellule aumentavano all’aumentare del tempo passato nei boschi. Il Team “piramide etrusca” si e’ sempre limitata a fare passeggiate sapendo  che stare immersi nella natura fa stare bene, sia  il corpo che la mente,le nostre passeggiate  alleviano la depressione, migliorano  la creatività,( aumentano l’appetito ed il buon umore).A questo punto i ringraziamenti vanno alle persone che hanno scelto noi per fare  “forest bathing” detto “ Shinrin-yoku”.

Noi del Team “piramide etrusca” grazie  ai monoterpeni  ed i fitoncidi, abbiamo avuto bellissime recensioni.

Bisogna essere sinceri,grazie ai  “natural Killer” noi del Team ,abbiamo aumentato  il sistema immunitario nei confronti del cancro,dei  virus e delle malelingue, ora il Team “piramide etrusca” e’ molto piu’ tollerante nei confronti di tutti sapendo di essere “ Liberi di camminare con chi vuole farlo con noi”. Noi non siamo dottori ma affermiamo con certezza che passare del tempo libero,  camminando immersi nella natura ti fa sentire libero !!!  grazie a tutti per le bellissime passeggiate fatte  insieme

GRAZIE GRAZIE

roberto re

Salvatore Fosci, il Vulcano nascosto.

 

 

LA BANDIERA DELLA GUERRA TURCA VIENE INCISA SULL’ALA DEL DRAGO, MA PER QUALE MOTIVO ORSINI FA SCOLPIRE QUELLE 6 MEZZELUNE!?!?

 

sulla base della sfinge all’ingresso del Boschetto noteremo incisa una frase

Tu ch’entri qua pon mente / parte a parte / et dimmi poi se tante / meraviglie / sien fatte per inganno / o pur per arte.
Ingannare nell’arte e’ proprio questo che Orsini crea nel suo boschetto , non pùò raccontare la sua verità liberamente , 

OGNI STATUA RACCONTA UN INGANNO

E’ il periodo della controriforma, ogni eccesso di libertà di espressione viene punita , e in questo caso il boschetto di Vicino Orsini non viene visto di buon occhio dalla chiesa di potere , 

                                

anche se Orsini e’ protetto da Alessandro Farnese e il cardinal Madruzzo, il suo uscire già giovane dall’ambiente militare, lo penalizzerà con il rapporto di altri nobili militari , le voci di un Orsini quasi stregone lo costringerà ad isolarsi nel suo boschetto, e negli ultimi anni della sua vita perderà tante sue amicizie , ma anche un figlio nella battaglia di Lepanto,solo scrivendo al suo caro amico Druet oggi possiamo formulare ipotesi sulla realizzazione del parco, cercare tra quelle lettere criptate una frase che rafforza la nostra storia su questo personaggio enigmatico. Ma qual’ e’ stata la motivazione del parco che cadrà nell’oblio per tanti secoli dopo la morte di Orsini?

Gli altri giardini come quello di villa Lante ideato dall’inquisitore cardinale Gambara proseguirà nei secoli ad avere rispetto,un classico giardino del 500 che rispetta i canoni della chiesa , il boschetto invece diverrà un luogo da dimenticare quasi eretico . grossi scogli irregolari la famiglia borghese scriveva negli atti notarili quando possedevano quelle terre , quei mostri impedivano la coltivazione .ma perche sono dovuti passare quasi 500 anni perche il Parco ritornasse alla ribalta .

 “VULCANO NASCOSTO” il racconto di Salvatore Fosci  e’ curato del professore Sigfrido Hobel. 
Il prof. ha insegnato materie artistiche nei Licei Scientifici ,
le sue ricerche e studi , le possiamo leggere in diversi testi dedicati alle discipline artistiche, come “Il Dio del Silenzio” o “Il Fiume Segreto”.Si è dedicato allo studio delle tradizioni iniziatiche e delle dottrine esoteriche, interessandosi, in particolare, ai linguaggi simbolici e alla loro presenza nei miti, nella letteratura,
nell’arte e nell’iconografia tradizionale, ma anche alle testimonianze artistiche e culturali presenti a nell’Italia Meridionale.
E’ autore di rilievo della tradizione esoterica napoletana.

Vulcano nascosto. Una interpretazione alternativa del Bosco Sacro di Bomarzo  Stamperia del Valentino

 

Roberto Re

Triplice Cinta a Bomarzo (VT)

Fonte Centro Studi Triplice Cinta

 

Questo esemplare, che nel momento in cui si scrive è unico in tale contesto boschivo bomarzese, è stato trovato da Salvatore Fosci il 25 aprile del 2012, e da allora è stato notato da diverse altre persone. Nel dicembre 2014 abbiamo potuto andare anche noi a vederlo. Si tratta di una Triplice Cinta classica, con i soli segmenti mediani (no diagonali nè foro centrale), le cui dimensioni sono circa 28 cm x 28. Al momento del ritrovamento l’incisione si trovava sotto uno strato di foglie e di muschio, ancora in parte occupante la superficie dell’esemplare. La struttura nei pressi della quale è incisa è chiamata da Salvatore “piramidina”, per distinguerla dalla “piramide” situata poco distante e in posizione più elevata. Entrambi i termini sono convenzionali e non ufficiali, più pratici che tecnici, impiegati per indicare questi enigmatici manufatti, che attendono ancora un’indagine archeologica sistematica.

La “piramidina” era stata da noi visitata nel 2010 (v. report) ma nessuno, nemmeno Salvatore, sapeva che proprio lì si nascondesse una Triplice Cinta. Anche se da lontano si potrebbe ritenere che la superficie incisoria sia inclinata, da vicino si può ben valutare che non è così: essa è piana e chi ha inciso l’esemplare poteva agevolmente giocarvi, se vogliamo considerare l’aspetto ludico di questo schema.

Accanto si trovano delle profonde coppelle, più somiglianti a delle buche di palo, forse utilizzate in epoca imprecisata per montare una copertura provvisoria. Sulla funzione della “piramidina” non si può dire molto: poteva essere stato un antico altare, un luogo sacro, o un riparo? Certo è che sembra essere in asse con la più grande “piramide”; forse costituiva uno dei punti usati per fissare degli allineamenti. Non lo sappiamo, al momento.

La presenza della TC apre ulteriori misteri: quando è stata eseguita? Da chi e perchè? Salvatore Fosci, osservando il contesto, ha potuto stabilire che la “piramidina” si trova su un antico sentiero di trasporto del materiale (ricordiamo che più a valle c’era una fornace romana), ed era noto nel Medioevo. La presenza di numerose croci di varia foggia, disseminate sui manufatti arcaici presenti in questi boschi, potrebbe significare una riconsacrazione degli stessi in senso cristiano, od essere punti di sosta eventuali “Vie Crucis”. Anche su questa “piramidina”, poco distante dalla TC, si apprezzano le tracce di una di queste croci, ma stabilire un nesso tra croce e TC è difficile. Se considerassimo l’aspetto ludico, potremmo pensare più facilmente a qualche operaio addetto al trasporto del materiale che, durante i momenti di pausa, si dedicava al gioco (almeno in coppia). Ma in che epoca? Romana? Teniamo presente che i boschi sono stati sempre frequentati da alcune categorie professionali come i pastori, fino a tempi relativamente recenti; inoltre hanno costituito luogo di rifugio nei momenti di pericolo, specie durante le guerre. Non sappiamo da quanto la “piramidina” fosse nascosta  (Salvatore l’ha ripulita dai rovi che la avvolgevano, negli ultimi dieci anni), ma possiamo ipotizzare che la TC sia stata eseguita con la bella stagione, perchè l’umindità dell’autunno-inverno ricopre di muschio tutta la  superficie di pietra (che è il peperino); forse analizzando la patina di muschi annidati nei solchi del petroglifo si potrebbe cavare un ragno dal buco, cioè una approssimativa datazione, ma chi mai lo farà?

Dal punto di vista del significato simbolico, non può esso escludersi a priori.

“La piramide etrusca è la mia storia, la mia vita…” Salvatore Fosci per TusciaWeb

Fonte: TusciaWeb

“Io non posso fare a meno di venire qui – racconta -. E’ il mio passato, la mia appartenenza. Ogni volta che passo per questo bosco è come se ricalcassi le orme dei miei genitori, dei miei nonni e mi sento vivo”.

Salvatore è quell’uomo che provvisto di voglia di fare e cesoie nel 2008 ha iniziato a tagliare via la fitta vegetazione che copriva la piramide etrusca.

“Ho iniziato con la piramide – prosegue – anche se non sapevo di cosa si trattasse all’inizio. Ne avevo solo sentito parlare da alcuni turisti e letto qualcosa sui libri. Chiesi un po’ in giro di cosa si trattasse e a svelarmi il mistero fu mio padre. Per noi di Bomarzo quell’ammasso di rovi intricati non era la piramide, anche perché era davvero difficile distinguere una costruzione, ma il sasso con le scale. Tutti in paese lo chiamavano in questo modo”.

Fosci inizia a lavorare a febbraio 2008 con l’inverno, quando la vegetazione è meno fitta. “Ero mosso – dice –  solo dalla passione per questi posti dove i miei nonni hanno vissuto e lavorato, dove facevano la legna per l’inverno o portavano a pascolare le greggi. Improvvisamente ho deciso che in quel modo, coperti da fitta vegetazione, non potevano restare. Volevo farli vivere ancora, volevo far tornare a respirare il passato, il mio passato”.

Salvatore Fosci torna con la mente a sei anni fa. Quando tutti ha avuto inizio. “Ricordo tanta fatica e sudore, ma anche tanta soddisfazione quando dopo più di mese la piramide, che prima era sotto un fitto intrico di radici e fogliame, ha iniziato a svelarsi.

E’ stata una riscoperta – dice ancora – che però non mi ha fermato. Ho continuato e continuo tutt’ora a lavorarci e appena posso torno qui con le forbici per mantenere intatto questo luogo e i sentieri per arrivarci. Sono diventato uno studioso e un appassionato, tanto che ho trovato anche altre cose. Voglio sottolineare che io non apro altri sentieri ma cerco quelli originali”.

Fosci infatti non ha ripulito solo la piramide ma anche i sentieri della zona, che conducono alla piramide etrusca e al cimitero di Santa Cecilia, recuperando luoghi che sarebbero andati persi senza il suo intervento. Tanto che anche i Beni culturali hanno apprezzato il suo lavoro. “Io li avverto sempre – continua – quando inizio a tagliare e loro apprezzano. Lo faccio perché sento il bisogno di ripulire e far rivivere la nostra storia”.

Salvatore Fosci in questa sua passione e missione non è solo. Con lui c’è anche Abbondio, suo padre. “Mi aiuta, mi consiglia e mi dà indicazioni. Spesso solo al telefono perché non sempre riesce a venire fin qui. Lui però si ricorda come erano questi luoghi 50 o 60 anni fa e allora mi dice come fare. Il segreto sta tutto nel nostro passato, non servono i libri o i misteri, dobbiamo tornare ad ascoltare gli anziani, loro hanno le chiavi per capire. Siamo troppo impegnati per fermarci ad ascoltare, ma così facendo perdiamo indicazioni importanti. Come quelle sulla pietre, che mi hanno aiutato a capire meglio la piramide. Mio padre Abbondio – spiega – era un cavatore e conosce bene questo materiale. E grazie ai suoi consigli ho capito che la struttura della piramide etrusca è stratificata, nel senso che è stata realizzata in più tempi. Si notano lavorazioni diverse che partono dagli etruschi per arrivare fino al medioevo. E queste cose le ho capite guardano il sasso, le scale e quegli scoli che ci sono. Che probabilmente servivano per i sacrifici animali. La loro, secondo me, era una religiosità mista all’utilità. Qui viveva gente semplice e i riti erano dettati dalla necessità di mangiare più che dalla religione”.

La grande passione di Salvatore però fa a pugni con l’indifferenza generale. “Che io ricordi solo durante l’amministrazione di Stefano Bonori sono state organizzate giornate per ripulire questo posto – dice infine – e così non va. Visto il crescente interesse verso tutto il sito e la piramide etrusca in particolare sarebbe bene che le istituzioni prestassero maggiore attenzione. Sia dal punto di vista delle sicurezza che del mantenimento del luogo. Io ci tengo e dico queste cose senza alcuna polemica”.

“La piramide etrusca è la mia storia, la mia vita…”